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Luglio 2022
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Emergenza pandemia da Covid-19, che sta dando grossi problemi a livello mondiale, con tantissimi contagiati e purtroppo anche tanti morti, in prevalenza anziani. In attesa di uscirne finalmente a fine mese da questa emergenza e quarantena, visto i segnali gia' piu' che incoraggianti nei grafici nazionali, visibili a questo link https://lab.gedidigital.it/gedi-visual/2020/coronavirus-i-contagi-in-italia/
e di tornare alla nostra vita quotidiana e sociale, inizialmente con le dovute contromisure, ma importante uscire dal lockdown per contenere un disastro economico/sociale senza precedenti, nazionale e mondiale, vediamo di analizzare il Coronavirus su base "climatica" per fare alcune riflessioni importanti a cui sto lavorando da giorni, frutto della esperienza nel settore (climatico e meteorologico) da diversi anni, unito ad una costante osservazione e monitoraggio della espansione del contagio. Il clima e il microclima e' sicuramente determinante anche in una propagazione di un virus, specie pandemico come il Covid-19, per cui cerco di fare delle riflessioni sul tema. Intanto analizzando a livello mondiale, a questo link https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6 la diffusione del virus a livello globale, possiamo subito notare una certa percentuale di maggiore processo infettivo, dopo la nazione di partenza quale la Cina con la citta' di Wuhan, che si palesa su tutta l'area Europea specie centro/occidentale e in USA, attiva con importanti numeri di contagi in aree continentali, come specie in prossimita' di grossi centri urbani. Si palesa sempre nella lettura della diffusione mondiale, una netta differenza di numeri di contagi a latitudini piu' settentrionali, nettamente meno impattanti di numero come anche nella fascia equatoriale e tropicale. Spicca molto nitidamente, come il continente Africano, che avevano dato in forte espansione e collasso sanitario di cantagiati, in realta' si palesi con un andamento lento e contenuto, rispetto alle altre aree poste alle medie latitudini. Vedremo alla conclusione della pandemia, se avremo delle significative variazioni anche nelle aree di minor contagio, ma intanto andiamo a fare una riflessione importante per l'area Italica. Sempre osservando la carta dei contagi in Italia, salta subito agli occhi, la netta prevalenza di numeri al Nord Italia, confermando una mappa di contagi enorme rispetto al resto del Bel Paese, in buona parte concentrate nel "catino" padano, in una linea immaginaria di maggiore influenza del Coronavirus, seguendo le Alpi e lo spartiacque dell'Appennino che si dirige verso Marche e Abruzzo, dove traspare quanto il Covid-19 prediliga le aree con scarso rimescolamento dell'aria, dove il ristagno dell'aria umida e gravida di polveri sottili, faccia da maggiore diffusore per le aree contagiate dal Covid-19. Non per niente, l'area interessata dal maggiore contagio, ha climaticamente uno svantaggio palese riguardo la concentrazione di inquinanti e aria ferma/immobile, dovuto alla inevitabile azione/barriera delle Alpi unito all' Appennino settentrionale, che impedisce ventilazioni importanti e rimescolamento delle masse d'aria costante nei bassi strati atmosferici, con frequenti e prevalenti inversioni termiche. Questa linea immaginaria come area di maggior contagio, si sfalda in direzione confine fra Marche e Abruzzo, rimanendo ben salda invece dall'Emilia Romagna specie fino a Bologna per degradare lentamente verso le Marche almeno fino ad Ancona. Ben diversa la situazione ad occidente dell'Appennino settentrionale, dove il contagio e' maggiore solo su area di Firenze, Prato e Pistoia con una possibile esaltazione per un area contenuta, a microclima continentale, senza tralasciare la concentrazione di elevato turismo e di movimento nell'area di Firenze, posta adiacente all'area di Bologna e separata solo dalla catena Appenninica, ma servita' benissimo da autostrade e linee ferroviarie ad alta densita' di traffico. Significativo anche l'area di Lucca riguardo i contagiati rispetto da altre aree Toscane, sicuramente dovuto sempre alla presenza di contatti piu' elevati sia turistici che industriali, tenendo anche a riferimento l'aeroporto di Pisa e la Versilia con il noto carnevale ( vedi anche l'area di Venezia per il carnevale). AL CentroSud deciso cambio di contagi che sono bassi se confrontati all'area del Nord fino a Emilia/Romagna e Marche, sicuramente anche per una indiscussa azione benevola del clima, che favorisce frequenti scambi d'aria e rimescolamenti dell'aria, evitando cosi' il ristagno di polveri sottili e inquinanti, dovuto ad estese inversioni termiche per barriere montuose e distanza significative dal mare. Anche Roma nonostante sia un possente agglomerato urbano, e assai importante sia a livello turistico che economico mondiale, registra una serie di contagi nettamente inferiori al Nord, sicuramente anche qui, oltre naturalmente alle restrizioni, ha comunque agito positivamente, un microclima favorevole a non generare perenne ristagno di aria viziata, per la presenza di rimescolamenti atmosferici comunque costanti, favoriti da un microclima influenzato maggiormente dagli effetti di ventilazione significativa nei bassi strati atmosferici, sempre generati dal JS. Al prossimo aggiornamento, che sara' eseguito a pandemia conclusa.
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